martedì 4 ottobre 2011

Lost in Nuraghe.


Capitolo 1 – La rete dei pionieri.
Nel settembre 2003 la mia zona non è ancora servita da ADSL e allora ho la bella idea di sottoscrivere un contratto Tiscali Day, per collegarmi a Internet tramite una normale linea telefonica. Il costo di base è di 14,94, ma nei mesi successivi mi accorgo che utilizzando davvero la linea arrivo a pagare sui 30-40 euro al mese. Questo periodo dura per tre anni.

Capitolo 2 – Il vento nuovo.
Poi finalmente nell'agosto 2006 installo l'ADSL sfruttando l'offerta di una società concorrente di Tiscali (le vicissitudini con quest'altro gestore le ho raccontate qui). Ma un po' per pigrizia, un po' perché non si sa mai (metti che si guasta l'ADSL) mantengo attivo il contratto con Tiscali per qualche anno.

Capitolo 3 – ¡Ya basta!
Poi il 4 marzo 2010 decido che è arrivato (da mo') il momento di darci un taglio. Chiamo il servizio clienti Tiscali al numero gratuito 130 e, seguendo le loro istruzioni, disdico il mio contratto inviando al numero 800 910 028, un fax di due pagine: la prima con la fotocopia di un mio documento e la seconda con il testo firmato della disdetta. Ottenuto, come è giusto che sia, un trionfale “Rapporto conferma messaggi”, mi placo e mi beo all'idea dei 180 euro/anno risparmiati e torno a pensare a cose più amene.

Capitolo 4 – La rabbia e l'orgoglio.
Però, aiò, non succede nulla: dalla Sardegna continuo a ricevere imperterrite le fatture mensili.
Così un anno dopo, siamo a marzo 2011, richiamo gli amici di Tiscali al 130 e questi mi spiegano che la procedura di disdetta via fax non è proprio il massimo, contiene una alta dose di alea, e mi invitano a mandare una più sicura raccomandata con ricevuta di ritorno. Il 12 marzo 2011 io, nel dubbio, faccio entrambe le cose: fax e raccomandata con ricevuta di ritorno, crepi l'avarizia.

Capitolo 5 – Il capitalismo all'italiana.
Niente. Le fatture arrivano implacabili. Anzi: da giugno 2010 le fatture non sono più nemmeno inviate in allegato, devo collegarmi al sito http://assistenza.tiscali.it/ per poterle leggere. Prima di partire per le vacanze in Sardegna, (magari ne approfitto per rigare la macchina a qualche dirigente) richiamo il 130. Siamo all'incirca a giugno 2011 e una gentile voce mi spiega che hanno sì ricevuto la disdetta, la quale è però “in lavorazione”. Ma non mi devo preoccupare: il giorno in cui “lavoreranno la disdetta” (e qui mentre ascolto mi figuro un'equipe di guru delle telecomunicazioni in teleconferenza intercontinentale) loro provvederanno a riaccreditare sulla mia carta di credito tutti i mesi successivi alla mia disdetta (spero dalla prima disdetta, marzo 2010, e non dalla seconda, marzo 2011, ma mi accontenterei anche della ipotesi di minima).

Capitolo 6 – Cosa ho fatto io per meritarmi tutto questo?
Siamo al 4 ottobre 2011, le foglie iniziano a ingiallire, e le mie gonadi con loro. Le fatture Tiscali continuano a fioccare con la regolarità che è loro propria.
Decido di riaffrontare l'argomento, ma al numero 130 nessuna delle quattro opzioni sembra più fare per me: il risponditore automatico mi ricorda che per conoscere o acquistare le offerte Tiscali devo digitare 1, per informarmi sull'attivazione del servizio devo digitare 2, per ricevere assistenza amministrativa il 3, per l'assistenza tecnica il 4. Provo con la numero 3 (se non è assistenza amministrativa questa!) ma poi mi viene chiesto di immettere il numero di telefono o il codice cliente associato. E qui - beffa delle beffe - se immetto il mio numero di telefono seguito da cancelletto, la voce automatica mi risponde soavemente che “sul numero digitato non risulta richiesto alcun servizio Tiscali”. (Il che è vero: non voglio più niente da voi! Ma niente-niente: nemmeno le fatture, tesoro!). Se invece immetto il mio numero cliente ottengo un messaggio diverso (ma perché?) ma con esito analogo: in entrambi i casi, dopo il messaggio, la telefonata viene interrotta.

Capitolo 7 – La volpe e la Vale.
Allora mi faccio furbo e fingo di volere acquistare nuovi servizi passando attraverso l'opzione 1. Queste società sono fatte così: quando devi sottoscrivere, ti fanno ponti d'oro e ti rispondono subito. Quando richiedi assistenza o, peggio, devi disdire i contratti, per te sono, detto con la massima cortesia, cazzi da cagare. Mi risponde Valentina, codice 88** (sarei tentato di scrivere il suo codice per intero, ma è certamente l'anello più debole della catena). Fingo perfido di voler aggiungere nuovi servizi al mio contratto Tiscali e ottengo così da lei la conferma che il mio contratto è ancora vivo e vegeto. Quando però svelo a Valentina il vero motivo della mia chiamata (non accrescere, ma uccidere il contratto) lei mi spiega che lei non è lì per quello (e lo so bene!) e che queste cose amministrative le gestisce un numero a pagamento: 199 411 000 (massimo 14,37 centesimi da rete fissa e massimo 48,04 centesimi da mobile + scatto alla risposta da 15,13 centesimi).

Capitolo 8 – The answer is blowing in the Tiscali.
Un numero a pagamento? Ma allora a cosa serve l'opzione 3 del numero gratuito 130, quella che ti promette “assistenza amministrativa”? E perché quando decido alla fine di chiamare il numero 199 411 000 da telefono fisso, tutte le volte la linea cade dopo circa 1 minuto, mentre da cellulare mi rispondono subito? Tant'è.

Capitolo 9 – La sorpresona!
Mi risponde un giovane uomo, che ascolta il mio problema e mi annuncia: “Capito tutto! Adesso la metto in contatto con il reparto responsabile e vedrà che glielo cancellano al volo”. Mi mette in attesa (tanto pago io 48 centesimi al minuto). Dopo qualche istante – sorpresa delle sorprese – chi mi risponde? Ma lei, Valentina, codice 88** (però, anche lei, poverina, che sfiga!). Il prezioso numero a pagamento, che doveva essere quello ad hoc, quello risolutivo, mi mette in contatto, a pagamento, con la cara Valentina che riuscivo a contattare anche a gratis e che, per di più, per sua stessa ammissione non è la persona adatta.

Capitolo 10 – Ahi, Valentina!
Dopo qualche breve scambio di opinioni Valentina capisce che sto per informare tutte le agenzie di stampa per spiegare al mondo come lavora il servizio clienti Tiscali e si muove a pietà. Mi mette in attesa (tanto pago io) e contatta “un responsabile” (spero non Scilipoti) e poi torna da me avvisandomi che sta per compilare una segnalazione, rammaricandosi che il collega incompetente e il destino le abbiano messo nuovamente sulla strada uno come me. Mentre lei digita silenziosamente la segnalazione sento distintamente la sua vicina di postazione, spiegare a voce alta, a un mio malcapitato collega disdettante, che quello “non è il numero per le disdette”. Ah no?
Valentina mi saluta dicendo che ha fatto la segnalazione in via del tutto eccezionale per evitarmi altri rimbalzi, ma che non sarebbe proprio suo compito, lei è lì come un fiore spalancato solo per attirare nuovi clienti.

Capitolo 11 – Capitalismo all'italiana reloaded.
Io mi fido, ma fino a un certo punto, e decido di richiamare il numero a pagamento sia per insolentirli (hanno costretto Valentina a un rapporto contro natura con me) e poi per assicurarmi che la segnalazione sia andata a buon fine. Ma a questo punto ogni tentativo di contattare il numero 199 411 000 abortisce, sia da fisso che da cellulare. Dopo un minuto di musichina la linea cade. Immagino che ogni volta un mezzo euro finisca in tasca agli stakeholder di azioni Tiscali. Quasi quasi ne prendo un po' anch'io, almeno me lo metto nel culo da solo.

Aggiornamento: l'ultima fattura emessa da Tiscali è datata 1 ottobre 2011. Sono riuscito a liberarmi di loro.